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Carcere di Frosinone, detenuto di 52 anni si toglie la vita. Anastasìa: «Il carcere è sempre più un luogo di morte»

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 19 feb
  • Tempo di lettura: 1 min

Detenuto 52enne si toglie la vita nel carcere di Frosinone. Il Garante dei detenuti del Lazio denuncia l’emergenza nelle carceri: «Indifferenza politica e amministrativa, una situazione intollerabile»

Carcere di Frosinone
Carcere di Frosinone

Un detenuto di 52 anni si è tolto la vita questa mattina nel carcere di Frosinone. L’uomo era arrivato nell’istituto penitenziario un anno fa, dopo aver scontato cinque anni a Regina Coeli. Tra poco più di un anno avrebbe terminato la sua pena, ma secondo quanto riferito dal Garante dei detenuti del Lazio, Stefano Anastasìa, non aveva nessuno fuori e negli ultimi dodici mesi non aveva ricevuto visite né effettuato colloqui con familiari o amici.


Seguito dal Servizio per le dipendenze, a fine gennaio era stato proposto per un percorso alternativo in comunità, ma alla fine ha deciso di rinunciare. «Ero in carcere, in riunione con la dirigenza Asl e la direzione dell’istituto, quando è arrivata la notizia», ha scritto Anastasìa in un post sui social. «Siamo andati in sezione e abbiamo incontrato i compagni di stanza, sconvolti. Uno era a scuola, l’altro a colloquio, mentre Andrea si toglieva la vita».


Il Garante ha denunciato la situazione all’interno delle carceri italiane: «Questo anno è iniziato come il precedente, il peggiore di sempre. Il carcere è sempre più un luogo di morte e disperazione, ma chi ne ha la responsabilità politica e amministrativa sembra indifferente. Tutto ciò non si può più tollerare».

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