Roccaraso, arriva la stretta ai bus dopo il caos del fine settimana
Le presenze record nel weekend di fine gennaio al centro delle polemiche per la mancanza di controlli e risorse. Il sindaco invoca l'esercito, dal tavolo provinciale restrizione ai passaggi, più mezzi e risorse
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Arrivano le risposte dalle amministrazioni dopo il fine settimana di caos e delirio a Roccaraso.
La località dell'Alto Sangro è stata al centro di diverse polemiche dopo essere stata presa d'assalto da un turismo low-cost incontrollato.
Traffico e immondizia al centro, ma anche tanta disorganizzazione dovuta dalla mancanza di aspettative sulle così tante presenze giunte in un solo giorno. Una situazione aggravata dall'inciviltà di tante persone che hanno lasciato per strada rifiuti vari.
Proprio su questo aspetto si è concentrato il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che ha commentato l'accaduto con un video e la descrizione che recita: "Roccaraso dopo il passaggio degli Unni".
Le decisioni prese dal vertice tecnico
Esaudite, in parte, le richieste del sindaco Francesco Di Donato, desideroso di correre ai ripari soprattutto per prevenire il danno d'immagine alla località. Dal vertice tecnico in Prefettura a L'Aquila, per la gestione futura, sono uscite le prime decisioni per un maggiore controllo in vista del prossimo fine settimana.
«È stata condivisa l'esigenza - si legge in una nota della prefettura- di contenere l'afflusso di bus turistici in quell'area mediante una regolamentazione che limiti la circolazione a targhe alterne dei mezzi sopra indicati lungo la strada statale 17, in corrispondenza dei territori comunali di Castel di Sangro, Pescocostanzo, Rivisondoli, Rocca Pia, Roccaraso. In tal senso i sindaci dei Comuni interessati provvederanno all'adozione di proprie ordinanze».
All'incontro in Prefettura a L'Aquila hanno partecipato il presidente della Provincia, nonché sindaco di Castel di Sangro, Angelo Caruso; il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato; il sindaco di Pescocostanzo, Roberto Sciullo; il questore dell'Aquila Enrico De Simone; i comandanti provinciali dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, il rappresentante della Sezione di Polizia stradale dell'Aquila e il rappresentante dell'Area compartimentale Anas dell'Aquila.
Cosa è successo nel fine settimana a Roccaraso
Provenienti principalmente dal Napoletano, oltre 10mila persone si sono riversate a ridosso degli impianti della cittadina abruzzese. La presenza pressocché eccezionale ha quindi generato diversi disagi lungo la statale 17, la Via degli Abruzzi che collega la località al capoluogo di regione.
Aggravato da circa 220 autobus privati giunti nella località sciistica, il traffico per il controesodo verso Castel di Sangro è stato eccezionalmente alto, costringendo anche l'intervento di carabinieri, polizia stradale e guardia di finanza.
La grande mole di veicoli non è stato però l'unico problema riscontrato domenica. Diverse sono state le segnalazioni di lunghe code per i servizi igienici e vari locali hanno dovuto chiudere i battenti per le troppe persone in fila.
«Il sistema Roccaraso non è in grado di reggere l'assalto di chi viene solo la domenica, non possiamo mettere mille bagni chimici in una stazione sciistica», ha detto il primo cittadino.
Le reazioni della politica e il vertice tecnico
A seguito dei disagi, il presidente della Provincia dell'Aquila, Angelo Caruso, ha sollecitato un vertice tecnico, tenutosi il 28 gennaio alle 15 dal Prefetto dell'Aquila.
Il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato ha ribadito: «Noi accogliamo tutti, purché civili, ma ora serve l'Esercito. Roccaraso va difesa, tutelata - ha concluso Di Donato - Si devono coordinare Prefetture e Questure perché ci sono motivi di ordine pubblico. Esercito, Daspo e quanto altro si mettano in campo con tutte le misure possibili per risolvere il problema perché la situazione è critica».
Insomma, per la nota località sciistica si è trattato di un notevole danno d'immagine che il primo cittadino non vuole ripetere in previsione del prossimo fine settimana.
Dal coordinamento attivato all'incontro del 28 gennaio ci si aspetta per il futuro maggiore organizzazione in difesa di uno dei luoghi di spicco per le festività invernali di romani e non.
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