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Cannabis e Codice della Strada: il segretario dei Radicali si autodenuncia, revocata la patente [VIDEO]

Redazione La Capitale

Aggiornamento: 24 dic 2024

Il segretario di Radicali Italiani si autodenuncia in segno di protesta contro la nuova norma voluta da Salvini

Filippo Blengino si è autodenunciato per «guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti»
Filippo Blengino si è autodenunciato per «guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti»

Filippo Blengino, segretario di Radicali Italiani, si è autodenunciato dopo aver assunto cannabis sabato scorso, come atto di disobbedienza civile. L’autodenuncia è avvenuta presso le forze dell’ordine, in seguito alla legge introdotta dal ministro Matteo Salvini, che punisce l’uso di sostanze stupefacenti senza richiedere prove concrete di alterazione delle capacità di guida.


Blengino, che aveva assunto cannabis sabato, si è messo alla guida nella mattina di lunedì in piena lucidità, dimostrando, a suo dire, l'assurdità della legge che non fa distinzione tra chi guida effettivamente in stato di alterazione e chi, invece, potrebbe non essere più sotto l’effetto della sostanza.


Un’azione di protesta

«Molti ignorano che le tracce di cannabis restano nell’organismo per giorni, anche quando non vi è più alcuna alterazione delle capacità di guida», ha dichiarato Blengino prima del fermo. «Con questa norma, lo Stato punisce individui perfettamente lucidi alla stregua di chi si mette al volante in uno stato psico-fisico alterato. È una politica propagandistica che non risolve alcun problema reale. Rovinare vite senza motivo, criminalizzare chi non è alterato, è l’ennesima dimostrazione di una politica miope e punitiva», ha aggiunto il segretario di Radicali Italiani.


La sua patente è stata immediatamente revocata come previsto dalla norma, ma Blengino ha ribadito che la sua protesta continuerà. «Mi è stata revocata la patente, ma l’unico non lucido è proprio Salvini», ha concluso, accusando il ministro dell'Interno di aver promosso una legge priva di fondamento giuridico.


Prossimi passi della protesta

«Il nostro impegno non finisce qui», ha dichiarato Matteo Hallissey, presidente di Radicali Italiani. «Andremo avanti con altre disobbedienze civili fino a quando questa norma non sarà revocata. L'articolo 187 del codice della strada non ha alcun fondamento giuridico. Se non riusciremo a cambiarlo con il buon senso, ci penseranno i giudici». Hallissey ha aggiunto che il partito è pronto a portare la battaglia nelle aule dei tribunali, a difesa di migliaia di cittadini che potrebbero vedere compromesse le loro vite lavorative a causa di questa norma.



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