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  • Anita Armenise

Cancellate all'Esquilino contro i senzatetto, i residenti: "Iniziativa miope"

L'appello è al Campidoglio: «Sforzatevi le meningi per bene e trovate una soluzione che contemperi le diverse esigenze»

esquilino

«Dove andranno le persone che stanno a viale Pretoriano o quelle che stanno sotto i portici di Piazza dei Cinquecento?». Questa la domanda che si pongono i comitati e i residenti del rione Esquilino dopo la notizia della chiusura delle aree verdi di viale Pretoriano, quindi dell'allontanamento dei senzatetto da via Giolitti e dal piazzale davanti alla stazione Termini. L'iniziativa del I Municipio, avallata dal Comune, prevede recinti per evitare i bivacchi notturni e le tendopoli. Ma chi abita la zona teme per la riuscita e le conseguenze umane e logistiche del progetto.


Cancellate anti-degrado: "I recinti non basteranno"

Renderanno inaccessibili viale Pretoriano, via Giolitti, lo slargo davanti al teatro Ambra Jovinelli e altri luoghi utilizzati come rifugi di fortuna. «Ce li ritroveremo sotto i portici di Piazza Vittorio? Così non può essere ovviamente», polemizza qualcuno sui gruppi social.


L'appello è al Campidoglio: «sforzatevi le meningi per bene e trovate una soluzione che contemperi le diverse esigenze. Perché anche i residenti hanno il sacrosanto diritto di poter vivere dignitosamente ed in sicurezza».


Un'iniziativa divisiva

Molti dei comitati di quartiere per anni si sono battuti affinché la situazione fosse più sostenibile, per arrestare la deriva che affossa nel degrado la situazione in molte delle zone dell'Esquilino, ma la notizia dell'allungamento delle cancellate ha diviso le posizioni. Per alcuni può essere considerato come un punto di partenza, per altri non farà che rendere «lo spazio pubblico una galera a cielo aperto».


L'installazione di tensostrutture, le barricate e le cancellate sono prive di «una visione lungimirante e volta ad una reale riqualificazione che andrebbe a vantaggio dell'intera città», concludono dai gruppi. Il fenomeno, infatti, non scomparirà.


Anche dopo la cancellata, il problema migrerà altrove. La necessità evidenziata è infatti quella di un impegno concreto da parte delle istituzioni comunali per affrontare il problema in modo strutturale, aumentando i posti disponibili nei centri di accoglienza, migliorando l’organizzazione del sistema e garantendo una risposta dignitosa.

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