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Atac, Patanè sull'istruttoria avviata dall'antitrust: «paradossale» e «singolare»

Camilla Palladino

La replica dell'assessore capitolino alla Mobilità Eugenio Patanè all'istruttoria avviata dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcom) nei confronti di Atac per possibile pratica commerciale scorretta, relativamente al periodo compreso tra il 2021 e il 2023

In alto a sinistra l'assessore capitolino alla Mobilità Eugenio Patanè (La Capitale)
In alto a sinistra l'assessore capitolino alla Mobilità Eugenio Patanè (La Capitale)

Un'indagine «paradossale» e «singolare». Così l'assessore capitolino alla Mobilità Eugenio Patanè definisce l'istruttoria avviata dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcom) nei confronti di Atac per possibile pratica commerciale scorretta, relativamente al periodo compreso tra il 2021 e il 2023. In particolare il procedimento riguarda il presunto non raggiungimento degli obiettivi relativi alla qualità e alla quantità dei servizi erogati nel triennio rispetto a quanto previsto dal contratto di servizio con il Campidoglio.


Un'indagine «paradossale» e «singolare»

Parole motivate da un duplice motivo: da una parte il fatto che «l’antitrust anziché seguire il netto ed evidente miglioramento della situazione economico-finanziaria e dell’operatività di Atac, vada oggi ad aprire un’indagine su un periodo critico in cui il concordato preventivo e l’immobilismo delle amministrazione precedenti avevano imposto all’azienda di fermare alcuni servizi a causa dell’assenza di investimenti, manutenzioni e revisioni degli asset del trasporto pubblico».


Dall'altra parte la scelta di accendere un faro «soltanto sull’attività dell’azienda in house e non sullo stato complessivo del Tpl (Trasporto pubblico locale, ndr) della capitolino», dal momento che «Roma Capitale - ricorda Patanè - ha 141 milioni di chilometri vettura all’anno affidati in house ad Atac, ma ha anche quasi 36 milioni di chilometri vettura messi a gara».


Patanè: «Abbiamo ereditato un’azienda in concordato preventivo»

Tornando ad Atac, l'assessore capitolino sottolinea le azioni portate avanti dall'amministrazione capitolina negli ultimi tre anni e mezzo, da quando «nel novembre del 2021 abbiamo ereditato un’azienda in concordato preventivo che doveva restituire ai creditori chirografari 171 milioni di euro entro il 31 dicembre 2022». Intervento che hanno permesso «ad Atac di uscire dal concordato, di recuperare credibilità, solvibilità, di tornare ad essere attrattiva e addirittura di chiudere in attivo il bilancio del 2023». Tanto che il bilancio del 2023 per la prima volta si è chiuso con un utile di 10,95 milioni di euro, in netto miglioramento rispetto all'anno precedente, quando la perdita era stata di 50,8 milioni di euro.


Una crescita percepita anche dai cittadini, stando ai dati raccolti da Acos (l'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali) per il suo rapporto annuale sulla qualità della vita a Roma, in cui sono aumentati tutti i voti che riguardano mobilità e Tpl. In particolare autobus e tram sono passati dal 5,6 del 2023 al 6,1 del 2024 e le metro dal 5,9 al 6,3.


Il bilancio in attivo del 2023 e il rinnovamento di Atac

Non solo. Infatti «se dal punto di vista economico-finanziario l’azienda era a terra - aggiunge Patanè - a livello operativo era completamente ferma: non si facevano manutenzioni da decenni, non veniva sostituito l’armamento della metro da 40 anni e quello dei tram da 20, non venivano fatti investimenti per acquistare nuovi mezzi».


«Da quando ci siamo insediati, l’amministrazione insieme al nuovo management di Atac (guidata da marzo 2022 dal direttore generale Alberto Zorzan, ndr)  ha iniziato la sostituzione e il rinnovamento di tutti gli asset del trasporto pubblico, un lavoro che ora è giunto a conclusione e che garantisce oggi alle linee di essere tornate funzionanti», continua l'assessore alla Mobilità del Campidoglio. E conclude: «Stesso discorso per quanto riguarda la flotta bus quasi totalmente rinnovata con l’acquisto, che si concluderà nel 2026, di 1100 autobus nuovi e per gli impianti di traslazione: al nostro arrivo solo il 67 per cento erano attivi e funzionanti ora siamo arrivati al 95 per cento».

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