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Edoardo Iacolucci

Andrea Purgatori, la perizia sulla morte: «Catastrofica sequela di errori»

Aggiornamento: 25 set

Secondo la perizia sulla morte dell'attore scrittore e giornalista romano si sono concatenate «imprudenza e approfondimenti insufficienti»

purgatori
Andrea Purgatori

«I neuroradiologi indagati refertarono non correttamente l'esame di risonanza magnetica dell'8 maggio 2023 per imperizia e imprudenza e quelli del 6 giugno e dell'8 luglio per imperizia. Il cardiologo Laudani effettuò approfondimenti diagnostici insufficienti».


Questo emerge nelle conclusioni della perizia medico-legale disposta dal Gip del Tribunale di Roma nell'ambito dell'incidente probatorio nell'indagine della Procura sulla morte del giornalista Andrea Purgatori.


Secondo i periti, proprio dal cardiologo Laudani, c'è stata «una catastrofica sequela di errori ed omissioni».


Sono quindi iscritti, per omicidio colposo nel registro degli indagati, il radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, entrambi appartenenti alla sua equipe, e il cardiologo Guido Laudani.


«Un corretto trattamento diagnostico-terapeutico - secondo l'analisi dei periti -, avrebbe consentito al paziente Purgatori un periodo di sopravvivenza superiore a quanto ebbe a verificarsi. La letteratura scientifica considera il tasso di sopravvivenza a 1 anno in misura dell'80% qualora l'endocardite venga tempestivamente adeguatamente trattata».


Nel documento viene affermato che l'endocardite - la causa del decesso di Andrea Purgatori -, «avrebbe potuto essere individuata più tempestivamente, per lo meno all'inizio del ricovero dal 10 al 23 giugno del 2023, od ancora prima, nella seconda età di maggio 2023 qualora i neuroradiologi avessero correttamente valutato l'esito degli accertamenti svolti l'8 maggio».


Ancora, i periti, riferendosi all'operato del cardiologo Laudani, affermano che «interpretò non correttamente i risultati dell'esame holter, giungendo alla conclusione che l'embolizzazione multiorgano fosse conseguenza di fibrillazione atriale. Inoltre non valutò adeguatamente il quadro clinico e gli effetti della terapia anticoagulante che aveva impostato. Si tratta - concludono nella perizia - di comportamenti che possiamo definire non adeguati sotto l'aspetto della perizia».


Riferendosi al ricovero di luglio 2023, nella ricostruzione della gestione clinica, i periti affermano che Andrea Purgatori «viene dimesso apparentemente senza visionare i risultati di un prelievo effettuato il giorno 19, dove si rileva la severa anemia che avrebbe controindicato la dimissione. Una catastrofica sequela di errori ed omissioni a partire, per questo aspetto, dalla errata diagnosi di fibrillazione atriale, con conseguente terapia anticoagulante rivelatasi potenzialmente fatale e di fatto controindicata nelle endocarditi, e - concludono - con totale oscuramento del contesto clinico complessivo».

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