Ancora un'aggressione per il prete "anti-spaccio" Don Antonio Coluccia
E' accaduto al Quarticciolo durante un'iniziativa per la legalità.
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri telefona al sacerdote
![Don Antonio Coluccia](https://static.wixstatic.com/media/119891_f80a6317cf124a2a887a7daa275948af~mv2.jpeg/v1/fill/w_980,h_615,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_avif,quality_auto/119891_f80a6317cf124a2a887a7daa275948af~mv2.jpeg)
Gli hanno lanciato bottiglie, sassi e bastoni dalle finestre e gli hanno urlato:«Hai le ore contate, ti ammazziamo». Si è svolta così l’ennesima aggressione al parroco Don Antonio Coluccia impegnato nella lotta alla criminalità e allo spaccio. E’ accaduto domenica sera in un’iniziativa pubblica per la legalità al Quarticciolo quando il sacerdote è stato protetto dalla scorta che lo ha portato via per evitare che venisse colpito. «Non mi arrendo, dobbiamo liberare la gente dalla paura», le sue parole.
I precedenti
Le prime intimidazioni arrivano nel 2012 quando don Coluccia trasforma una villa confiscata ad un boss della banda della Magliana in una casa di accoglienza per migranti, disoccupati e persone in difficoltà alla Giustiniana. Nel 2015 è il bersaglio di un agguato con pistola a piombini fuori dalla chiesa a Grottarossa. Pochi mesi dopo riceve un’altra minaccia di morte in una busta contenente un proiettile. Fino ad agosto del 2023 quando un uomo di 28 anni in sella a uno scooter ha cercato di investirlo.
Chi è Don Antonio Coluccia
Antonio Coluccia è originario di Specchia nella Puglia salentina. Da giovanissimo lavorava in un calzaturificio come operaio e nel contempo era impegnato nel sindacato. A 21 anni decise di fondare un’associazione di volontariato che organizzava, tra l’altro, missioni in Bosnia-Erzegovina e in Albania. «Lì ho visto come i sacerdoti si dedicavano ai ragazzi e quello che da sempre mi portavo dentro e rifiutavo di accettare è uscito fuori. Lì è cambiata la mia vita», ha raccontato Coluccia in un’intervista al Corriere della Sera di quasi dieci anni fa. A quel punto il giovane salentino partì per Roma e divenne sacerdote dedicandosi all’impegno sociale.
Le reazioni
«Totale solidarietà di Roma Capitale per quanto accaduto», è stata espressa dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri che in una telefonata al sacerdote ha ribadito «il pieno impegno dell'amministrazione a collaborare con tutte le istituzioni competenti per rispondere compatte alle vigliacche minacce subite e far prevalere sicurezza e legalità sul territorio».
Un messaggio di vicinanza è stato inviato anche da Luisa Regimenti, assessora al Personale, alla Sicurezza urbana, alla Polizia locale, agli Enti locali e all'Università della Regione Lazio.
«Desidero esprimere la più totale solidarietà a Don Antonio Coluccia, oggetto ieri di una violenta aggressione mafiosa al Quarticciolo dove era in corso un corteo per la legalità», dichiara l'assessora che aggiunge: «Sono certa che Don Coluccia non si farà intimidire ma anzi moltiplicherà gli sforzi per restituire dignità e speranza ai tanti cittadini perbene che vivono nel quartiere».
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