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  • Camilla Palladino

Ampliamento città giudiziaria: i cittadini contro la cementificazione di via Teulada

Mentre il sindaco Roberto Gualtieri era all'interno della sede della Regione Lazio per siglare l'accordo, l'amministrazione Pd del I municipio e una parte della maggioranza capitolina erano in piazza a protestare

Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. (La Capitale)
Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. (La Capitale)

Dentro la sede della Regione Lazio la firma del protocollo d'intesa per l'ampliamento della città giudiziaria di piazzale Clodio, fuori il presidio contro la cementificazione di via Teulada. È successo in via Rosa Raimondi Garibaldi, dove nella mattinata di mercoledì 10 luglio una delegazione di cittadini, associazioni e rappresentanti della politica locale si sono riuniti per protestare contro l'allargamento degli uffici del tribunale di Roma nell'area del cosiddetto pratone di via Teulada.


Intanto all'interno del palazzo di Garbatella il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, i ministri della Giustizia Carlo Nordio, e dei Trasporti Matteo Salvini, e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri siglavano l'accordo per l'istituzione di un tavolo tecnico per la «definizione condivisa delle azioni, delle procedure e delle relative tempistiche da porre in essere, nonché degli strumenti necessari per superare eventuali criticità motivo di rallentamenti od ostacoli, per la compiuta definizione dell'intervento», è scritto.


Il progetto di via Teulada e la posizione del Campidoglio

Il progetto per via Teulada, secondo quanto messo nero su bianco sul protocollo d'intesa, è di realizzare «nell'area parco di Monte Mario» «un nuovo edificio, che consenta in primo luogo di ospitare le strutture, le funzioni ed il personale per il periodo in cui gli edifici costituenti la città giudiziaria saranno sottoposti agli interventi di rinnovamento e/o ristrutturazione e, al termine di questi, di accogliere in via definitiva le ulteriori funzioni legate all'attività giudiziaria che necessitano di adeguata collocazione». Tra le ipotesi circolate in sede di commissioni capitoline anche quella di un grattacielo di 27 piani sulla porzione di area già sistemata a parcheggio.


Roma Capitale farà dunque parte del tavolo, ma non ha un ruolo determinante. Lo scopo, anzi, è controllare lo sviluppo del progetto che, come spiegato dal primo cittadino durante la firma del protocollo, «è in una fase ancora preliminare». Gualtieri ha poi chiarito la posizione del Campidoglio a margine dell'incontro: «Gli spazi attuali della città giudiziaria non sono sufficienti per consentire alla giustizia di funzionare adeguatamente, quindi serve un ampliamento. Allo stesso tempo questo non deve essere fatto a discapito del verde e della necessità di rendere quella zona veramente fruibile per i cittadini. Abbiamo scelto di essere in questo tavolo, ma a una condizione: l'obiettivo deve essere minimizzare il consumo di suolo e privilegiare le aree già asfaltate, come il parcheggio o la stazione di servizio presenti nell'area».


Protestano cittadini, I municipio ed esponenti di Avs

Tuttavia a una parte di cittadinanza e di politica locale il provvedimento non piace. Al contrario: crea una crepa all'interno della maggioranza capitolina. «Noi abbiamo aderito a questa coalizione che governa Roma ormai da quasi tre anni perché il progetto era quello di stop consumo suolo. Chiediamo una verifica: questo progetto risale al 2019, quando la dematerializzazione degli atti amministrativi non era così avanzata. In questo momento invece si sta pensando a una crescita del procedimento telematico», fa sapere Ferdinando Bonessio, consigliere capitolino in quota Avs. Presenti in piazza insieme ai residenti di Prati anche alcuni esponenti del Pd, come la minisindaca del I municipio Lorenza Bonaccorsi e l'assessore municipale al Commercio Jacopo Scatà, alcuni rappresentanti di Azione come la deputata Valentina Grippo e la consigliera comunale Flavia De Gregorio, il consigliere regionale di Italia viva Luciano Nobili.


«Supportiamo l'iniziativa dei cittadini, come facciamo da anni per questa battaglia. Non comprendiamo per quale motivo si debba realizzare proprio dentro la riserva di Monte Mario un'enorme cubatura. Questa è una soluzione che non è accettabile», dice Maria Cristina Lattanzi, iscritta alla sezione romana dell'associazione Italia Nostra. «Siamo qui per salvare l'ultimo prato di Prati. Ci sono moltissime proposte alternative, ci sono caserme e spazi vuoti che possono essere usati per l'ampliamento della città giudiziaria senza cementificare la riserva del parco di Monte Mario», sostiene De Gregorio, che in assemblea capitolina è capogruppo di Azione.

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