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Un quarto dei dipendenti a casa e l’Ama corre ai ripari. Ecco il nuovo piano della municipalizzata contro l’assenteismo

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 11 feb
  • Tempo di lettura: 3 min

La ricetta prevede maggiore mobilità dentro Roma e un'attenzione particolare al centro. Non mancano, però, le critiche dei sindacati


ama roma spazzino rifiuti


Lo ammette la stessa azienda municipalizzata dei rifiuti di Roma: un operatore Ama su quattro non lavora, perché assente. Ecco allora che l’azienda cerca di correre ai ripari attraverso un piano di riassestamento delle risorse.


Si chiama proprio «Riassetto presidi territoriali, gestione rifiuti e correlato piano di mobilità del personale» il documento che cercherà di dare una risposta a questa situazione, così come raccontato dall’Agenzia Dire che ha avuto modo di visionarlo.


Tra le più importanti novità presenti, viene annunciato lo spostamento di circa 330 operatori dalle zone più periferiche della Capitale al centro e di poco più di 400 dal centro alle periferie per «garantire le necessità organiche, tanto per la copertura dei servizi settimanali, quanto per quelle domenicali». 


L’assenteismo e i motivi del riassetto

Centrale in questo riassetto aziendale il tema delle assenza nell’azienda. «Tasso di assenteismo involontario particolarmente elevato rispetto a tutti i benchmark nazionali e di settore - scrive Ama -. Nell'analisi presentata in questo documento il tasso di assenteismo è stato considerato al 23%», aggiungendo che si tratta di un numero «sicuramente molto elevato».


Per fare chiarezza con un po’ di numeri, basti quindi considerare che su su 4.133 operatori assegnati alle zone per le attività di spazzamento, pulizia e raccolta dei rifiuti (come si legge da una tabella allegata al documento) quasi 1.000 (950 per la precisione) sono assenti. 


Inoltre, c'è anche «una alta concentrazione in alcune unità organizzative di lavoratori fruitori di permessi ex legge 104 (si arriva al 47% della forza in dotazione all'unità) con ripercussioni sulla pianificazione e copertura dei servizi». In tutto sono 1.222 gli operatori della municipalizzata dei rifiuti che usufruiscono di questo beneficio di legge.


Le necessità del processo di mobilità

Si apre dunque per Ama un periodo di dislocazione del personale, dato dalla necessità dell’azienda «di avviare un processo di mobilità per tutta l'Area metropolitana di Roma».


Il tutto, continua il documento revisionato dall’Agenzia Dire, è dovuto in particolare da quattro cause: «Servizi previsti dal Contratto di servizio e delle convenzioni sottoscritte con Roma Capitale; la copertura dei servizi domenicali previsti da detto contratto di servizio prevalentemente in regime di lavoro ordinario attraverso i lavoratori baricentrati; il riassetto territoriale delle zone; un tasso di assenteismo del 23%». 


Proprio sull’alto tasso di assenteismo si concentra quindi in particolare la necessità emersa dall’analisi, con particolare riguardo alle domeniche. La proposta dell’azienda è quindi quella di portare degli operatori dalle periferie al centro, dove proprio nella giornata di festa la necessità è più alta, mentre in periferia lo sarebbe meno.


Allo spostamento del personale sarà accompagnato il ridisegno di alcune zone e un riassetto delle sedi. Ne saranno chiuse tre nel Municipio IV (via Arimondi, via Smerillo e via Cannizzaro) ed entro fine mese sarà dismessa la sede di via Zoega nel Municipio XII. 


Il parere dei sindacati

Non sono poche le critiche che vengono rivolte a questo piano da parte dei sindacati. Come raccontato all’Agenzia Dire da Giancarlo Cenciarelli, segretario della Fp Cgil Roma e Lazio, «l'Azienda parla di tasso di assenteismo senza specificare quanti e quali assenze siano legate a malattie o infortuni dovuti alla cattiva organizzazione dei servizi, alla raccolta effettuata spesso in situazioni assolutamente non ergonomiche, già questo fa intendere come si stia cercando di distrarre l'opinione pubblica per giustificare una mobilità obbligatoria del personale così importante e così impattante sulla qualità della vita del personale e, riteniamo noi, anche sulla qualità del servizio».


In merito alla proposta dello spostamento di operatori baricentrati, quindi, per Cenciarelli non farebbe altro che aumentare «le difficoltà legate alla mobilità da residenza a posto di lavoro con un peggioramento anche della situazione economica dei lavoratori, tutto questo rischia di aumentare le casistiche per cui il servizio andrà in difficoltà».


Secondo il sindacalista, infine, «è stato uno sbaglio in passato avere assunto persone con questo schema rigido di lavorare tutte le domeniche. Non è la risposta migliore all'organizzazione di lavoro, che deve invece essere flessibile e adattabile a 15 municipi grandi ciascuno come una provincia. E l'Ama continua a sbagliare adesso sostituendo una rigidità con un'altra: prendo e sposto le persone».


Per questo, la proposta della Cgil è quella di puntare «a un accordo sul lavoro domenicale, che guardi al 2029 e non al 2026, perché se l'obiettivo è normalizzare la gestione delle domeniche, spostare questa discussione a ridosso della fine del contratto di servizio [prevista per il 2028, ndr] sarebbe la cosa più pericolosa che si possa fare», è la conclusione di Cenciarelli.

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