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Alla chiesa degli Artisti i funerali di Antonello Fassari, Amendola: «Ciao Cè»

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 8 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

La Chiesa degli Artisti ha accolto amici, colleghi, familiari e semplici fan, accorsi per rendere omaggio a un interprete che ha lasciato un segno profondo nel mondo dello spettacolo italiano

È stato Claudio Amendola a leggere la preghiera degli artisti, poi ha guardato il cielo e ha salutato l'amico fraterno dicendo: «Ciao Cè», il soprannome affettuoso con cui tutti chiamavano Fassari sul set de I Cesaroni. Un commosso abbraccio della folla ha avvolto piazza del Popolo nella mattinata di oggi, quando si sono svolti i funerali di Antonello Fassari, scomparso a 72 anni dopo aver lottato contro una malattia incurabile.


La Chiesa degli Artisti ha accolto amici, colleghi, familiari e semplici fan, accorsi per rendere omaggio a un interprete che ha lasciato un segno profondo nel mondo dello spettacolo italiano.


Tra i presenti, volti noti e amici storici: Claudio Amendola, Cesare Bocci, Roberto Ciufoli, Ludovico Fremont, Max Tortora, Angelica Cinquantini. Anche Giovanni Grasso, portavoce del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha voluto essere presente.


«Un pezzo del nostro mondo, un pezzo di spettacolo che se ne va. Antonello era una persona fantastica, non trovo le parole», ha detto con voce rotta Roberto Ciufoli. A fargli eco, Amendola: «È un dolore grandissimo, immenso. Non ero pronto. È un momento molto difficile e complicato.» Anche Massimo Ghini ha voluto ricordare l’amico: «La morte di Antonello è un grande dolore, ci conoscevamo da anni».


Diplomato all’Accademia d’arte drammatica Silvio d’Amico nel 1975, Antonello Fassari è stato un artista a tutto tondo. Dalla metà degli anni ’80 ha attraversato i palcoscenici, i set televisivi e cinematografici con passione, intelligenza e una versatilità rara. Il grande pubblico lo ha conosciuto e amato grazie a trasmissioni come Avanzi, alle fiction come Anni '50, Al di là delle frontiere e soprattutto I Cesaroni, dove ha interpretato l’indimenticabile Cesare, oste burbero ma dal cuore grande.


Nel 1984 incise una canzone rap, Romadinotte, anticipando i tempi e mostrando il suo lato creativo e ironico. Per la radio, aveva partecipato allo sceneggiato I tre moschettieri, dimostrando una volta di più la sua poliedricità.


Ha lavorato con i grandi del cinema italiano, da Selvaggi (1995) a Romanzo criminale (2005), fino a Suburra (2015). Non solo attore, ma anche regista, con Il segreto del giaguaro (2000), interpretato da Piotta, e protagonista teatrale nella messa in scena di La ricotta di Pier Paolo Pasolini al Festival di Todi nel 2004.


Negli ultimi anni aveva preso parte a numerosi progetti, tra cui Box Office 3D, La mossa del pinguino e Assolo. Nel 2024 è apparso nel film Il tempo è ancora nostro di Maurizio Matteo Merli. Tifoso appassionato della Roma, nel 2020 era stato insignito di un premio speciale alla 13ª edizione del Premio ‘Sette Colli Romanisti’.





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