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Redazione La Capitale

Al voto in Campidoglio una delibera contro l'omobitransfobia: «Roma diventi un modello»

La proposta prevede, inoltre, l'adesione alla Giornata Internazionale contro l'Omobitransfobia, il 17 maggio, istituita da Nazioni Unite e Unione Europea, il divieto di campagne discriminatorie contro Lgbt+, donne, persone con disabilità e altre minoranze

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Pride a Roma

Martedì 7 gennaio, o al più tardi giovedì 9 gennaio, l'assemblea capitolina si riunirà per discutere e votare una «delibera storica contro l'omobitransfobia». A renderlo noto è il Partito Gay Lgbt+, promotore della proposta sostenuta dai consiglieri Ferrara, Raggi, Meleo, Diaco, De Santis, Trombetti e Corbucci (appartenenti al M5S e al PD). La delibera introduce una sanzione amministrativa contro chi si rende responsabile di atti omobitransfobici.


Campidoglio, la delibera a sostegno delle vittime

«Questo provvedimento è il risultato del nostro lavoro come Partito Gay LGBT+ ed è stato sviluppato con il contributo del nostro assessore Andrea Grassi di Morterone (Lecco) e della Referente Giuridica avvocata Marina Zela. Proposte simili sono già state approvate in altri comuni italiani, tra cui Morterone e Caltagirone (CT), con il sostegno della stessa maggioranza presente nel comune di Roma», ha dichiarato Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay LGBT+, Solidale, Ambientalista e Liberale.


«L'approvazione di questa misura, che speriamo venga sostenuta da tutto il consiglio, invierebbe un segnale chiaro e deciso a favore delle vittime LGBT+, specialmente in un periodo segnato da gravi episodi di violenza come le aggressioni avvenute a Torino e Roma», ha aggiunto Marrazzo.


La proposta prevede, inoltre, l'adesione alla Giornata Internazionale contro l'Omobitransfobia, il 17 maggio, istituita da Nazioni Unite e Unione Europea, il divieto di campagne discriminatorie contro LGBT+, donne, persone con disabilità e altre minoranze. Include anche l'esclusione di organizzazioni omotransfobiche dalle attività comunali e la promozione di campagne di sensibilizzazione e prevenzione nelle scuole, nel sistema sanitario e all'interno dell'amministrazione comunale.


«Roma può diventare un modello per altre città, dimostrando che la lotta contro odio e discriminazione è una priorità. La nostra proposta mira a costruire una società più equa, inclusiva e sicura per tutti», ha concluso Marrazzo.

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