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Al Quarticciolo un doposcuola popolare accoglie i bambini del quartiere: «Insieme tutto è possibile»

Anita Armenise

È dopo l’esperienza con la palestra che è nata l’idea di creare un doposcuola, che ha preso il via circa sette anni fa come un momento di merenda e gioco

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L'entrata del Doposcuola al Quarticciolo

Il mercoledì, il giovedì e il venerdì, negli spazi dell’ex Questura, i giovanissimi del Quarticciolo trovano supporto nell'impegno di educatori e volontari. È dopo l’esperienza con la palestra che è nata l’idea di creare un doposcuola, che ha preso il via circa sette anni fa come un momento di merenda e gioco. «Ci eravamo resi conto che c'era la necessità per le famiglie di uno spazio per i bambini e per i bambini di uno spazio dove stare, perchè il quartiere non offre spazi ricreativi», spiega Luisa, per tutti Giggia, una dei 20 educatori ed educatrici del doposcuola popolare del Quarticciolo, mentre mette a posto per l'arrivo delle «persone piccole», così le chiama, e per preparare un pomeriggio all'insegna del Carnevale alle porte.

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Doposcuola al Quarticciolo: «Insieme tutto è possibile»

Le pareti sono ricoperte di disegni e una grande scritta accanto alla porta accoglie chi entra: «Insieme tutto è possibile».


Il Quarticciolo è una delle 12 borgate realizzate durante l’epoca fascista e nonostante sia stato progettato con dimensioni e caratteristiche pensate per le persone, rimane comunque una zona periferica. E questo non senza conseguenze, come una progressiva retrocessione dell’intervento pubblico, che ha lasciato spazio all’autogestione e a soluzioni spontaneamente germogliate per affrontare le esigenze quotidiane.

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Il loro rapporto con la comunità del quartiere è limpido. «I genitori dei bambini sanno che noi non ci sostituiamo alla scuola, ma cerchiamo di fare qualcosa che ruoti a tutto tondo intorno al mondo della formazione». Infatti mentre le istituzioni sorvegliavano il quartiere dall'esterno, le forme informali di sostentamento colmavano le lacune dall'interno. La rete delle realtà locali è composta dalla palestra popolare, dal doposcuola, dal comitato di quartiere, dalla comunità educante Quarticciolo e, in generale, dagli e dalle attiviste dell’occupazione abitativa ospitata nell’ex Casa del fascio.


Tra gli educatori c'è chi ha più o meno specializzazioni. Federica dà il suo contributo come insegnante montessoriana e racconta che è proprio dai primi anni di vita che si esterna l'espressione scolastica. «È nella fascia dai 3 ai 6 anni che si formano le basi dell'essere umano», spiega.


Ed è nel confronto che si scopre la contezza comune: «Siamo rimasti piacevolmente sopresi della consapevolezza che le famiglie hanno di quello che facciamo - racconta Giggia -. In una delle ultime assemblee abbiamo chiesto loro cosa ne pensano, e secondo loro chi ce lo fa fare, gratis, tutte le settimane. Sanno che non siamo solo aiuto compiti ma che vediamo i loro figli in una situazione di interezza, come la realtà di quartiere che vivono e la situazione familiare da cui provengono. Sono loro i prossimi adulti che abiteranno queste strade».


«Perchè il modello Caivano fallirà»

«Non c’è intervento esterno e dall’alto a carattere securitario che potrà mai risolvere i problemi. Il governo fallirà al Quarticciolo». Ha dare una spiegazione razionale è Carlo Cellamare, che la borgata l'ha conosciuta bene essendo il direttore del Laboratorio di Studi Urbani «Territori dell’abitare» della Sapienza che da anni lavora su temi del rapporto tra urbanistica e vita quotidiana, delle pratiche urbane, delle periferie, tra cui c'è il Quarticciolo.


Il riferimento del professore è al famigerato modello Caivano, un progetto securitario previsto anche per altre sei periferie in Italia. Il piano è stato approvato dal parlamento poco prima di Natale nel discusso decreto Sicurezza che, formalmente, si pone lo scopo di migliorare la situazione in queste zone. Lo stesso governo che parla di disagio giovanile ma poi taglia i fondi alla scuola pubblica e dato adito al dimensionamento e all'accorpamento delle scuole.


Nel concreto uno stato di polizia permesso dalla strumentalizzazione dell'emergenza dell'area del Quarticciolo che non è solo abbandonato dalle istituzioni, ma che sta cercando da molto tempo di sollevarsi da sé.


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