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Anita Armenise

Al Bambino Gesù la rivoluzione nella cardiologia: un nuovo stent per operare senza bisturi

Il nuovo dispositivo usato al Bambino Gesù, composto da uno stent metallico a forma di clessidra con una valvola polmonare standard al suo interno, consente di evitare la chirurgia invasiva

bambino gesù
Ospedale pediatrico Bambino Gesù

Una nuova frontiera nella cura delle cardiopatie congenite è stata raggiunta all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, dove cinque pazienti di età compresa tra i 15 e i 40 anni sono stati trattati con un innovativo stent, evitando l’intervento a cuore aperto. Questi sono i primi pazienti in Europa a beneficiare del dispositivo, recentemente certificato con marchio Ce.


Bambino Gesù, il nuovo metodo aumenta il numero di pazienti operabili, «anche per pazienti fragili»

 «Questa procedura mininvasiva - ha spiegato il responsabile dell’unità di Cardiologia Interventistica del Bambino Gesù, Gianfranco Butera - consente di evitare l’intervento chirurgico a cuore aperto in soggetti particolarmente fragili, riducendo i rischi e migliorando la qualità della vita. I pazienti possono essere dimessi dopo appena 2-3 giorni». Oltre alla riduzione dei tempi di ricovero e dei rischi, il dispositivo amplia significativamente il numero di pazienti trattabili con approccio mininvasivo, portandoli dal 40 per cento all’80 per cento.


I pazienti erano affetti da una grave anomalia congenita del cuore, nota come tetralogia di Fallot, che compromette il funzionamento della valvola polmonare, fondamentale per regolare il flusso sanguigno verso i polmoni. Tradizionalmente, il problema viene risolto mediante l’impianto di protesi valvolari attraverso interventi chirurgici a cuore aperto.


Il nuovo dispositivo, composto da uno stent metallico a forma di clessidra con una valvola polmonare standard al suo interno, consente di evitare la chirurgia invasiva. Lo stent viene impiantato per via emodinamica, attraverso i vasi sanguigni, e non necessita di sostituzione nel tempo. Gli interventi, eseguiti alla presenza di specialisti provenienti da centri di eccellenza di Dublino, Monaco e Varsavia, sono stati un successo.





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