Achille Lauro a Sanremo, la lettera del suo grande amore “S”: «Non scorderò mai la nostra adolescenza incosciente»
Il passato di Achille Lauro svelato a Sanremo: la lettera di “S” che racconta Incoscienti Giovani
![Achille Lauro](https://static.wixstatic.com/media/50e39b_5e0f7ba42e6d4a2b9302fdeb42cc41ea~mv2.jpg/v1/fill/w_980,h_552,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_avif,quality_auto/50e39b_5e0f7ba42e6d4a2b9302fdeb42cc41ea~mv2.jpg)
Sanremo 2025 ha visto l'esibizione di Achille Lauro con il brano Incoscienti Giovani. Dopo la performance, l'artista ha condiviso con i giornalisti una lettera ricevuta da “S”, una persona del suo passato che ha ispirato la canzone.
«Cari giornalisti, le canzoni a volte non sono solo semplici canzoni. Sono la nostra storia. Questa è Incoscienti Giovani raccontata da chi l'ha vissuta, stasera dal mio più grande amore», ha dichiarato Lauro.
La lettera di “S”
«Quando ho conosciuto Lauro era un adolescente magrolino, con i capelli sempre rasati corti e il viso scavato. Eravamo molto giovani quando ci siamo innamorati», si legge nella lettera. «Io vivevo da sola con mia madre, e lui veniva spesso da noi. Lo abbiamo aiutato tanto quando era solo, per mia madre era come un figlio. Aveva questa ossessione per la scrittura, come se fosse l’unico modo per dare un senso a tutto ciò che lo circondava e, probabilmente, scrivere lo aiutava anche a metabolizzare la situazione che viveva. Lauro ha sempre cercato di nascondere i suoi traumi. Li tiene dentro. È forse per questo che scrive canzoni. Ha imparato a soffrire in silenzio».
La lettera prosegue con altri dettagli: «Anche io e mia madre eravamo rimaste sole. Mio padre l’ha sempre umiliata, fino al giorno in cui se ne è andato. Lui non ha mai saputo cosa significasse davvero stare insieme. Lui non conosce l’amore. Anche in quegli anni senza casa, Lauro non mi ha mai chiesto aiuto. Si vergognava. Dormiva dove capitava». Sono citati anche un hotel a Boccea e una Peugeot 206 grigia.
«Ricordo che mentiva, pur di non pesare su di me e sui suoi amici. A notte tarda, quando tutti rientravano, lui diceva: “Tranquilli, sto da un amico”. Ma poi finiva a dormire in macchina nascosto in qualche parcheggio».
E ancora: «Non scorderò mai quello che è stata la nostra adolescenza incosciente e sarò sempre legata a quel ragazzino sognatore. Nonostante fosse un ragazzo difficile, chi riusciva a superare lo scoglio scopriva una sensibilità preziosa. Forse proprio quella che ancora oggi riesce a mettere in quelle canzoni che parlano ancora di noi, come questa».
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