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Redazione La Capitale

Acca Larentia, saluti romani: 31 militanti di Casapound rischiano il processo

Nel corso dell’evento, inquadrati in forma militare, i partecipanti hanno eseguito il rito del «presente» e il saluto romano nei pressi della storica sede missina

acca larentia

Si sono concluse le indagini preliminari e ora rischiano il processo i 31 militanti di Casapound che lo scorso 7 gennaio scorso, durante il 46esimo anniversario di commemorazione della strage di Acca Larentia hanno fatto il saluto romano.  Gli indagati sono accusati di violazione dell’articolo 5 della legge Scelba e dell’articolo 2 della legge Mancino, in concorso.


Saluti romani ad Acca Larentia, l'accusa: «Liturgie tipiche del disciolto partito fascista»

Le accuse si riferiscono agli eventi accaduti il 7 gennaio scorso. Alla commemorazione della strage di Acca Larentia del '78, quando tre giovani del Movimento Sociale Italiano furono uccisi da un commando di estrema sinistra, hanno partecipato oltre mille militanti della destra estrema italiana ed europea. Nel corso dell’evento, inquadrati in forma militare, i partecipanti hanno eseguito il rito del «presente» e il saluto romano nei pressi della storica sede missina.


Gli accertamenti, condotti dalla Digos e dai carabinieri hanno incluso l’analisi delle immagini che documentano i momenti della commemorazione. Secondo gli inquirenti, quanto accaduto ricalcherebbe «le liturgie tipiche» del Ventennio e del partito fascista. La Procura ha anche individuato le condizioni per contestare agli indagati l’aver compiuto «azioni esteriori proprie delle organizzazioni vietate dall’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975 n. 654, oggi integrato nell’articolo 604-bis del codice penale».


La risposta di Casapound: «Commemorazione anche quest'anno»

«Attendiamo di leggere gli atti - scrive Casapound - ma riteniamo assurdo e strumentale che tutto ciò accada dopo 11 mesi, a ridosso della data dell'appuntamento, che chiaramente si terrà anche quest'anno. Non possono essere né denunce, né condanne a impedirci di ricordare una strage che a distanza di 46 anni è ancora senza giustizia».



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