top of page
  • Edoardo Iacolucci

A un anno dal decreto Caivano: lo stato del carcere minorile di Casal del Marmo

Il dossier dell'associazione Antigone sull'emergenza negli Istituti penali per minorenni (Ipm). Qui un focus su Casal del Marmo, il carcere minorile della Capitale

la capitale
Presentazione dossier di Antigone. In alto l'Ipm di Casal del Marmo (La Capitale)

Non c'è il mare fuori, e non è finzione. Gli istituti minorili italiani stanno precipitando in una situazione preoccupante. «Un anno fa il governo approvò il decreto Caivano e, a 365 giorni di distanza, si possono vedere i risultati negativi di un provvedimento che sta trasformando drasticamente il sistema della giustizia minorile, allontanandolo da quel modello che aveva attirato le attenzioni dell'Europa, spostandolo verso un modello criminalizzante, carcerocentrico e privo di prospettive, come è troppo spesso la detenzione per gli adulti in Italia». A spiegarlo è Susanna Marietti, coordinatrice nazionale dell'osservatorio sugli Istituti penitenziari per minorenni (Ipm) dell'associazione Antigone, durante la presentazione del dossier sulle carceri minorili.


In tutta Italia, al 15 settembre sono 569 i ragazzi reclusi negli Ipm, il numero più alto mai registrato. Dall'insediamento dell'attuale governo nell'ottobre 2022, le presenze nelle carceri minorili sono aumentate di quasi il 50 per cento. Così come il numero record è quello degli ingressi nelle minorili: 889 fino a questo punto dell'anno.


A commentare - in relazione al dl Caivano - i numeri del report di Antigone anche la deputata Michela Di Biase (Pd): «Ci mostrano con chiarezza l'impatto di questo decreto sul sistema della giustizia minorile. Sono cresciute del 50 per cento le presenze dei minori negli Ipm e in due anni sono triplicati, proprio in conseguenza delle norme inserite nel decreto, gli ingressi di ragazzi nelle carceri per adulti. In molti istituti minorili - ha concluso - si deve far fronte, come mai prima, al problema del sovraffollamento».


L'Ipm di «Casal Del Marmo», a Roma

L’Istituto penale per minorenni di Casal del Marmo, in via Barellai (zona nord-ovest della Capitale) è una delle poche strutture italiane che ospita ragazzi e ragazze detenuti, suddivisi in diverse palazzine. L'istituto, attivo dal 1971, è grande circa 12mila metri quadrati e comprende più palazzine, tra aree detentive e altre per attività ricreative e scolastiche.


In tutta Italia, dei 569 reclusi nelle minorili, al 15 settembre, le ragazze sono 27 (il 4,6 per cento). Dieci di loro sono detenute nella sezione femminile del minorile di Roma.

Un penitenziario in cui avvengono numerose proteste, sopratutto per le condizioni strutturali critiche, e di sovraffollamento (del 107 per cento).


A Casal del Marmo tante proteste: quasi una al mese da un anno

Incendi in celle, proteste sugli alimenti e sull'esclusione dai progetti riabilitativi. Addirittura un ragazzo è finito in ospedale dopo aver ingerito del vetro durante una protesta. Sono episodi che si susseguono di frequente.


Il 2 ottobre 2023 alcuni ragazzi danno fuoco a una cella e a un padiglione per protestare contro il vitto scadente. Il 28 ottobre 2023, dopo essere stati esclusi dal nuovo progetto del pastificio «Futuro», altri hanno protestato contro le disparità trattamentali. L'11 novembre 2023 alcuni arredi e telecamere di videosorveglianza sono stati danneggiati e in altri spazi dati alle fiamme. Il 9 giugno 2024, dopo le proteste di tre ragazzi, l’istituto viene evacuato per un incendio. Il 21 luglio 2024, tre ragazzi evadono. Poco dopo uno dei tre viene avvistato in un supermercato dove aveva provato a rubare. Tutti riarrestati nel giro di pochi giorni. Il 16 agosto 2024, c'è una protesta con alcuni ragazzi che si rifiutano di assumere la terapia psicofarmacologica e si oppongono al rientro in cella. L' 8, 11 e 15 settembre di quest'anno, viene dato fuoco a celle e materassi. Nella protesta dell'11 settembre, un ragazzo viene portato in ospedale per aver ingerito del vetro.


Condizioni strutturali critiche

Le condizioni strutturali all'interno dell'Ipm di Casal del Marmo, sono precarie: «Nelle zone comuni della palazzina che ospita i reclusi minorenni dell’Ipm di Roma - si legge nel report -, manca la luce da tre settimaneMancano anche i frigoriferi; per ovviare a tale problema spesso i ragazzi riempiono il lavandino d’acqua, vi ripongono cibo o bevande, per farli rimanere freddi. Nella sezione femminile solo da poche settimane è stato installato un condizionatore presso la sala dedicata alle attività. La sala comune all’interno della palazzina dei giovani adulti è attualmente inagibile dopo quanto accaduto con le proteste».

Secondo gli ultimi dati di Antigone del 15 settembre, l’Ipm ospita 60 ragazzi. La popolazione maschile comprende sia minori che giovani adulti. Le ragazze sono tutte collocate in una singola sezione. Nonostante la palazzina femminile offra spazi luminosi, le detenute spesso chiudono le finestre per preservare la privacy rispetto all’area esterna utilizzata dai maschi. Le attività comuni si svolgono in spazi multifunzionali.


Percorsi formativi e psicologici

A Casal del Marmo la scuola è obbligatoria fino ai 16 anni e sono attivi corsi di alfabetizzazione, scuola media e biennio superiore, oltre al biennio della scuola alberghiera. Nonostante il numero ridotto di ragazze, l'istituto offre loro alcuni percorsi formativi specifici. Per i ragazzi ci sono corsi professionali in falegnameria, lavorazione dei metalli, giardinaggio e parrucchieria, con certificazioni per il reinserimento lavorativo. Le ragazze, a causa della loro permanenza generalmente più breve, hanno meno opportunità di partecipare a tali programmi, sebbene siano stati avviati laboratori di scrittura creativa e altre attività ricreative.

L’istituto dispone di un’infermeria interna, con presenza quotidiana di personale medico e infermieristico. Sono garantiti servizi specialistici, inclusi quelli dentistici e ginecologici per le ragazze. Anche se il supporto psicologico è offerto con una certa regolarità, una criticità è la carenza di comunità terapeutiche in grado di accogliere i minori con problemi di salute mentale.


Personale e organizzazione

La struttura soffre di una carenza di personale, soprattutto amministrativo e giuridico-pedagogico. Al momento della visita di inizio anno nel carcere, solo 4 funzionari giuridico-pedagogici erano attivamente coinvolti nella gestione dei ragazzi, mentre la polizia penitenziaria è sotto organico, con turn over massiccio che complica la gestione dei detenuti.

Nonostante gli sforzi per migliorare le condizioni e le opportunità offerte ai detenuti, restano molte criticità, come la mancanza di mediatori culturali fissi, una grave carenza di personale amministrativo e un numero insufficiente di programmi formativi per le ragazze. L’istituto adotta protocolli rigorosi per gestire il rischio suicidario e le emergenze, ma persistono difficoltà nel garantire una sorveglianza adeguata.


Cosa succede nel resto d’Italia

A un anno dal decreto Caivano: lo stato del carcere minorile di Casal del Marmo
I dati dei reclusi negli Ipm, in Italia (Antigone)

I posti in Ipm sono 516 e il tasso di affollamento medio è pari al 110 per cento.


Dei 17 Ipm presenti sul territorio, 12 ospitano più persone di quelle che dovrebbero. Nei 5 Istituti attualmente non sovraffollati, si registra comunque una situazione precaria, essendo tutti al limite della capienza: «Per far fronte al sovraffollamento - precisa Alessio Scandurra di Antigone -, sono state aggiunte brandine da campeggio e in alcuni casi anche materassi per terra» .


La presenza negli Ipm oggi è fatta soprattutto di ragazzi e ragazze minorenni che rappresentano il 61 per cento del totale dei reclusi: «Un trend invertito rispetto a poco tempo fa - precisa Sofia Antonelli ricercatrice di Antigone -, quando ad essere in maggioranza erano i giovani adulti: ragazzi fino a 25 anni che erano entrati nel sistema della giustizia minorile da minorenni». 


ll “decreto Caivano” ha infatti reso più facile il trasferimento dei ragazzi che hanno compiuto la maggiore età a un carcere per adulti, misura troppo spesso applicata per problemi di sovraffollamento o per gestire situazioni problematiche, ma che va a interrompere un percorso educativo magari risalente e rende ben più difficile la reintegrazione sociale del giovane.


«I numeri crescono proprio per effetto del Decreto Caivano - osserva ancora Susanna Marietti -, approvato per rispondere ad una presunta emergenza criminalità minorile che i dati ci dicono non esistere. Nel 2023, infatti, i ragazzi denunciati, arrestati, sono diminuiti del 4,15 per cento rispetto al medesimo dato del 2022, permanendo ad un livello che già registrato, senza che avesse portato a stravolgere il sistema della giustizia minorile, creando una situazione di malessere». 


Proprio questo malessere, secondo la coordinatrice nazionale di Antigone «è sfociato in numerosi atti di protesta che hanno coinvolto quasi tutti gli istituti minorili. Proteste che dovrebbero portare ad ascoltare questi ragazzi, capire cosa hanno da dire, ma il messaggio che arriva sembra essere quello del “teneteli voi, neutralizzateli” - conclude -, senza preoccuparsi del loro futuro e del recupero sociale».


Opmerkingen


bottom of page