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  • Titty Santoriello Indiano

A Roma sempre più persone utilizzano la bicicletta

Per la Giornata mondiale della bicicletta La Capitale anticipa i numeri dei passaggi sulla ciclabile Tor di Quinto nel 2023

Bicicletta a Roma
Pista ciclabile. Credit: Roma Servizi per la mobilità

Sempre più persone a Roma vanno in bicicletta come dimostra la maggiore presenza di ciclisti nelle strade ma anche l’utilizzo dei servizi di bike sharing. Se nell’ultimo Rapporto Roma Mobilità (riferito al 2022, ndr) i passaggi totali sulle 12 piste ciclabili monitorate sono stati 800mila, nel 2023 soltanto sulla ciclabile Tor di Quinto ammontano a 268.394.


Il dato, anticipato da La Capitale in occasione della Giornata mondiale della bicicletta, è indicatore di un trend in netta crescita. Certamente va anche considerato che i 12 km della pista che va da Ponte Milvio a Castel Giubileo nel XV Municipio, sono stati completamente riqualificati lo scorso anno con il rifacimento della pavimentazione e il ripristino della segnaletica in alcuni tratti.

Secondo i monitoraggi di Roma Servizi per la Mobilità il giorno in cui più ciclisti hanno percorso l’infrastruttura è stato il 24 settembre 2023 con 2028 passaggi, seguito dal 7 maggio con 2227.


Una situazione che non si discosta molto dalle rilevazioni generali del Rapporto 2023 secondo cui i mesi con più traffico sono maggio e ottobre. Quelli con meno traffico dicembre ed agosto. La pista ciclabile più frequentata nel 2022 è quella di via Nomentana con 180mila passaggi in direzione Porta Pia e 150mila in direzione Sempione. La seconda è quella di Largo Trionfale con 220mila passaggi totali.


Il profilo di chi utilizza la bici

Secondo l’Associazione ciclo, motociclo, accessori (Ancma) i più interessati alle biciclette in Italia sono gli utenti nelle fasce d’età intermedie: il 24,9 per cento ha tra i 35 e i 44 anni, mentre il 29,7 per cento si trova in fascia 45-54 anni. Le persone più grandi di età hanno una certa propensione per le bici elettriche: gli over 65 non compaiono tra gli interessati alle bici tradizionali ma nel 12,2% dei casi cercano un bicicletta elettrica.

I maggiori utilizzatori di bici risultano in una fascia di età simile anche nel Rapporto  Roma Mobilità 2023 secondo cui ad andare in bicicletta sono soprattutto gli uomini (nel 70 per cento dei casi) tra i 35 e i 54 anni.


Ma a Roma è ancora lontana la consapevolezza di pensare alla bici come un vero e proprio mezzo di trasporto per andare a lavoro o per le commissioni quotidiane. Infatti il 79 per cento di chi sceglie questo mezzo di trasporto (fino all'anno 2022, ndr) lo fa per svago. Questo accade anche per il ritardo infrastrutturale che si registra nella città, più volte denunciato dalle associazioni del settore.


Bene l'Europa, male l'Italia

Da un punto di vista normativo il 3 aprile di quest’anno si è verificata una novità: il Consiglio, la Commissione e il Parlamento europeo hanno firmato la Dichiarazione europea sulla mobilità sancendo per la prima volta una politica comune europea sul tema. Se questo è un passo importante nel Continente, in ’Italia la bicicletta non è percepito dalle istituzioni come nuovo mezzo di trasporto.


«La riforma del Codice della Strada, ribattezzata dai familiari delle vittime Codice della Strage, è retriva e pericolosa, perché andrà ad aggravare l’inaccettabile strage che quotidianamente si compie sulla nostre strade, una strage che è la prima causa di morte per i giovani italiani sotto i 30 anni», dichiara Alessandro Tursi, presidente FIAB. «Ultima dimostrazione in questo senso -sottolinea- è il decreto Autovelox appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale che rende, di fatto, impossibile sanzionare l’eccesso di velocità, mentre è proprio la velocità la prima causa di morte sulle nostre strade. Per ignoranza e ricerca spasmodica di voti, il Governo si sta dimostrando disposto persino a sacrificare la vita dei propri cittadini», conclude Tursi. Per la FIAB e le associazioni del settore, infatti, bisogna fermare la riforma del Codice della Strada - ora in discussione al Senato - affinché «siano rivisti in modo condiviso i contenuti».

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