top of page
  • Titty Santoriello Indiano

«A Roma c'è il narcotraffico, chiamiamo le cose per nome», una serata per la legalità a Laurentino-Fonte Ostiense

Un presidio per la legalità è stato organizzato nel quartiere Laurentino-Fonte Ostiense dal prete Antonio Coluccia insieme alla commissione parlamentare di inchiesta sulle periferie e ai rappresentanti del municipio

Presidio della legalità nel quartiere Laurentino Fonte Ostiense
Presidio della legalità nel quartiere Laurentino Fonte Ostiense

«Se avete delle difficoltà chiedete aiuto alle istituzioni, mai ai clan perché i soldi della malavita sono sporchi. Meglio essere poveri che perdere la dignità» dice  Antonio Coluccia, il prete che organizza cortei e sit-in nelle periferie romane per combattere lo spaccio e la criminalità organizzata.  Parla con un megafono don Antonio e chiarisce subito che a Roma c’è il narcotraffico, dobbiamo chiamare le cose per nome». Parole pronunciate a voce alta durante il presidio organizzato mercoledì 2 ottobre nel quartiere Laurentino -Fonte Ostiense, conosciuto come Laurentino 38, proprio dove nel 2022 il prete è stato accolto da bombe carta e petardi nel corso di una fiaccolata.


«L'alternativa non può essere fare lo spacciatore o la vedetta»

Il ritrovo è dinanzi al bar Antico caffè. Qui l’anno scorso il titolare Andrea Martini è stato minacciato e aggredito da un’organizzazione criminale che, come lui stesso ha testimoniato, «voleva mettere le radici nelle attività commerciali». Un bar che, dopo questo episodio, è diventato il simbolo della «resistenza» e della legalità, luogo di incontro dell’associazione «Casa nostra» voluta dai cittadini del quartiere per garantire un futuro diverso ai giovani. «L’alternativa - spiega Coluccia - non può essere fare lo spacciatore o la vedetta ma la possibilità di avere un dopo-scuola, di partecipare alle attività sportive, di studiare». Anche perrché «se lo Stato porta la cultura della bellezza e i servizi, allora tutti i cittadini che prima erano stati dimenticati si sentiranno parte di un progetto».


legalità

«Lo Stato non fa passi indietro»

Proprio per rappresentare i bisogni della cittadinanza, don Antonio ha invitato al presidio la «commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie», guidata dal presidente Alessandro Battilocchio (Fi):« Questa è la tappa di un viaggio che la commissione sta portando avanti in tutto il Paese per ribadire che lo Stato non indietreggia e che le istituzioni ci sono e non sono disposte a fare passi indietro», ha dichiarato il parlamentare. «Qui - ha aggiunto - ci sono i colleghi di tutte le formazioni politiche uniti in un messaggio comune, insieme alle forze dell’ordine che stanno facendo un lavoro importante anche in questo quadrante della città».


«Non chiamatelo Laurentino 38»

All’appuntamento ha partecipato anche la presidente del municipio IX Titti Di Salvo, insieme ai consiglieri e alle consigliere di maggioranza e opposizione e ad altri rappresentanti municipali. «Non chiamatelo Laurentino 38, per favore», chiede la presidente ai giornalisti presenti. «Questo è il quartiere Laurentino-Fonte Ostiense dove la maggior parte dei 25mila abitanti sono persone per bene e dove ci sono tante attività sociali». Non ci sta Di Salvo alla rappresentazione di questo territorio come quella di «un covo di criminali» per quanto, ammette, «ci siano contraddizioni e problemi». Un quadrante in cui l’impegno dell’amministrazione è diretto in varie direzioni:«Stiamo aprendo nuovi spazi di aggregazione», dice la presidente. Si riferisce all’hub della creatività in via Lipparini dove negli spazi di una ex scuola nascerà a breve una sala di registrazione musicale e una palestra per le attività sportive. E’, inoltre, in cantiere, la ristrutturazione del «cosiddetto panettone, il gemello di Casale della massima - ricorda la presidente - che si propone di offrire spazi di socializzazione». In realtà «il problema è che questo è un quartiere dormitorio», spiega la presidente della commissione sociale Patrizia De Vito, «dove tutte le attività s i spengono ad una certa ora ecco perché la nostra idea è quella di portare vita, di illuminarlo e stiamo anche pensando di installare delle telecamere».

댓글


bottom of page