
«La condanna deve essere unanime. Dopo il cane Giorgio c'è una nuova vittima della cattiveria degli uomini». Così la Garante per la tutela e il benessere degli animali di Roma Capitale, Patrizia Prestipino, in riferimentoall'uccisione del gatto Caracas, morto schiacciato dal treno della stazione Tuscolana dopo essere stato legato ai binari. Parole che arrivano dopo lafiaccolata di quartiere organizzata ieri, mercoledì 17 luglio, per ricordare il gatto.
Erano in centinaia. I partecipanti erano tutti vestiti di bianco - simbolo della purezza e dell'innocenza animale - con fischietti, megafono per amplificare la loro indignazione e volontà di fare giustizia. Cartelloni con scritto «Giustizia per Caracas» e candele accese i messaggi scelti contro la violenza sugli animali. E il tema è stato portato dalla Garante dei diritti degli animali all'ascolto della politica romana e nazionale.
«Proprio ieri ho portato all’attenzione della Camera il tema del maltrattamento sugli animali - ha spiegato la Garante per la tutela e il benessere degli animali -, un tema troppo poco sentito nelle sedi parlamentari, che è un tema caro a molti e merita di essere portato all’attenzione di tutti e di essere trattato in forma trasversale. Ho fatto appello alla maggioranza, perché su tematiche come queste di natura etica, non si può non trovare una convergenza. Giorgia Meloni ha un gatto da lei molto amato, e mi aspettavo, conoscendo la sua sensibilità verso gli animali, che dicesse qualcosa contro questa barbarie», continua Prestipino.
«Tutte le leggi in favore degli animali sono ferme. Perché la destra, soprattutto la Lega, fa ostruzionismo e dà parere negativo», sostiene la Garante. Perché le pene funzionino da deterrente, spiega, «bisogna trovare una formula per renderle stringenti perportare i magistrati ad andare fino in fondo, ma le leggi sull’inasprimento delle pene sono tutte ferme in commissione Giustizia e nessuno le porta avanti, ora io comincerò a lavorarci». Ha infine concluso: «In quanto ai responsabili dell'uccisione del gatto Caracas, purtroppo non ci sono videocamere nella zona, perciò sarà molto difficile trovare i responsabili».
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