
«Il rione di San Saba è un sito tutelato e come tale sottoposto a vincoli. L'installazione di un'antenna non può essere sollevata da un esame o un parere della Sovrintendenza ai Beni Culturali». I comitati di quartiere lo scorso 17 luglio hanno incontrato l'assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia che li ha ascoltati in merito alla dibattuta questione delle antenne del 5G sui palazzi di via Zuccari. Al termine del colloquio, a fronte delle richieste dei cittadini, l'assessore Veloccia ha accettato di verificare le procedure, «eccessivamente semplicistiche» secondo i residenti, che sono state seguite per l'approvazione dell'installazione dell'antenna.
L'incontro è stato organizzato da Yuri Trombetti, presidente della Commissione patrimonio e politiche abitative dell’assemblea Capitolina e ha visto la partecipazione di una delegazione di cittadini, dell'assessore Veloccia e della responsabile dell’ufficio del Comune che ha concesso l’autorizzazione a Iliad. Quest'ultima ha spiegato ai residenti l'iter che la richiesta di Iliad ha seguito.
La procedura prevede che l’ufficio, una volta ricevuta la richiesta di autorizzazione da parte dell'azienda di telefonia, la inoltri alle amministrazioni competenti: l'Arpa per l’esame degli effetti sull’ambiente, la Sovrintendenza ai Beni Culturali per gli effetti sul patrimonio artistico, culturale e sul decoro urbano. Se queste non esprimono un parere entro 45 giorni, il progetto viene considerato approvato e autorizzato, secondo il principio del silenzio-assenso.
«San Saba è un sito tutelato e la Sovrintendenza ha l’obbligo di fare un sopralluogo per accertare che l’intervento richiesto non ne modifichi e deturpi il profilo», hanno contestato i comitati, che, ascoltati dall'assessore, rimangono in attesa di una risposta in materia.
«I siti da preferire per queste installazioni sono quelli di proprietà pubblica - hanno sottolineato i comitati - e quindi del Patrimonio di Roma Capitale, cosa che sarebbe conveniente per le entrate del Comune (il ricavato sarebbe di 50mila euro per ogni sito), ma non per le società di telecomunicazioni che preferiscono spenderne 15mila chiedendo il permesso a un condominio».
Al fianco dei cittadini si è schierato Trombetti chiedendo se il Patrimonio di Roma Capitale sia stato interpellato sulla disponibilità di questi siti nella zona. Veloccia anche in questo caso si è mostrato disponibile per verificare la correttezza delle procedure seguite e ad incontrare nuovamente i comitati una volta che i protocolli sono stati esaminati. L'appuntamento è fissato a una decina di giorni di distanza dal primo colloquio.
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